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Libri e cultura
Il romanzo YAO di Fiori Picco, Fiori d’Asia Editrice 2022, è un viaggio in un mondo sconosciuto ai più.
Pensando alla grande Cina Popolare, per estensione complessità o antichità dei costumi, la maggior parte di noi ne ha oggi una visione generalista data dalle informazioni veicolate dai media o dall’effettiva mancanza di conoscenza. Anche la frequentazione dei diversi nuclei cinesi spostatisi nella stessa nazione e in maggior misura in occidente rende difficile svelare le preziose trame antropologiche insite nel popolo più numeroso del pianeta perché esse restano patrimonio unico degli stessi abitanti.
Esiste, invece, nelle numerose etnie una sorta di autoreferenzialità che si moltiplica in tante micro culture diversificate, come cuori pulsanti in parallelo, provenienti da costumi etnico- antropologici di ciascuna popolazione fondata sui contesti di appartenenza. Tanti modi e mondi che esaltano l’uomo e i suoi stili di vita e che si scontrano o si incontrano per pura circostanza individuale con i circuiti globalizzati delle grandi città, orientali e occidentali.
È questo il cuore e il senso del libro che invece procede a mostrare, attraverso lo stile della documentazione romanzata, le scoperte preziose del capitale di esistenze di una minoranza etnica, conferendo all’opera valore didascalico oltre che letterario.
Nel romanzo si comprendono le plurime differenze che condividono storia e memorie, tradizioni radicate e tensioni al rinnovamento, paure e vergogne, tanto da creare ologrammi specifici nell’unità complessa.
La scrittura dell’autrice è potente e altrettanto delicata a trasmetterci i legami con i rituali, i giochi e le battaglie della vita in una società povera e lontana dalla civiltà odierna, la ricerca dell’affrancarsi di oggi e di ieri e i voli verso la libertà e l’emancipazione personale dei giovani Yao del villaggio Coda di Drago.
Il lettore viene trasportato con immediatezza in uno scenario senza tempo, tanto da non poter chiedersi se ci sia un collegamento reale con le proprie conoscenze superficiali della realtà cinese o se si tratti di osservare l’umanità dei suoi abitanti come se fosse la prima volta: conoscere gli Yao sembra quasi imbattersi in un gruppo leggendario ove l’esistenza si riproduce in modo irreversibile perchè in rispettosa relazione spirituale con la natura e le tradizioni millenarie.
La narrazione assume molteplici sfaccettature che diventano tante storie da scoprire secondo la metafora delle “scatole cinesi”, entro le quali si snodano le vicende di un ragazzo e della sua famiglia, i riti di iniziazione, la illusioni e gli incontri nella vita del villaggio, l’abilità nel cucito, i rapporti inusuali del protagonista con la cultura, impersonificata da una ricercatrice universitaria occidentale, fino a concorrere alla scoperta di un mito dimenticato.
L’autrice, in ogni scena, ci inoltra nel rapporto totale del popolo Yao con l’universo secondo i principi taoisti, che mitigano i conflitti ed esaltano i sentimenti migliori per generare l’elevazione e l’intima connessione spirituale con il creato, giusta e richiesta cornice di questo romanzo anche nei momenti cruciali dei protagonisti.
Nonostante il personaggio principale sia il ragazzo Yang Sen, le vere protagoniste sono le donne Yao: sua madre Ahma, la bella Laomei, la ricercatrice occidentale Xuelian (che si comprende subito sia la stessa autrice del romanzo) e infine la leggendaria Li Tangmei, un pezzo di storia femminile della Cina di epoca Ming dalle origini obliate, un cameo della scelta letteraria dell’autrice.
Da leggere e rileggere le poesie che inframezzano diverse parti del romanzo per vivere nuove emozioni e accenni di verità umana nel tempo e senza tempo e ove si può cantare tra le parole scritte.
Nessuno stupore, quindi, per le storie sconosciute che ci aiutano a scoprire quanto di ciascuno di noi c’è stato e ci sarà anche se a migliaia di chilometri di distanza.
Si comprende anche che l’autrice sia una vera esperta sinologa e che abbia vissuto in prima persona esperienze e contatti, oltre agli studi approfonditi, riuscendo a modificare sapientemente la nostra percezione del mondo cinese.
Un libro consigliato a tutti.
Laura Cialè, Roma 12 gennaio 2023
Un altro incontro con una diversa etnia cinese: IL CIRCOLO DELLLE DONNE FARFALLA di Fiori Picco è un libro doloroso e sincero che parla di quattro donne molto anziane vissute nella gorgia selvaggia e inospitale del Nunjiang : Puma Nammusa la sciamana, Cina la tatuatrice, Grisa la “cornacchia”, Duna la tessitrice d’arcobaleni, le associano i visi tatuati secondo il rituale Bakthu. La condizione delle giovani donne dell’etnia del Dulong, a causa della sottomissione dovuta al volere maschile ha portato alla rassegnazione e alla disistima di loro stesse privando queste donne della capacità di reagire.
Recensione di PIANETI E RICORDI di Wang Weilian
È una scoperta questo libro di Wang Weilian. Se all’impatto si rimane scossi dai passaggi critici degli argomenti, man mano che ci si inoltra nei racconti si inizia a distinguere il filo rosso che li lega: il cambiamento che stiamo vivendo anche inconsapevolmente.
Durante la lettura, il disorientamento si trasforma in identificazione con i sentimenti espressi dall’autore in ogni occasione d’incontro con la prospettiva già attuale, più che futura, o comunque sempre presente nel tempo dell’uomo, di fronte a trasformazioni e passaggi epocali o in prospettiva ravvicinata.
Lo stile asciutto e puntuale non perde mai di vista l’obiettivo di porre ogni tematica nella profondità della meta riflessione affinché il lettore riesca a riconoscersi nel personaggio parlante di ciascun racconto, che ricorre con profilo introspettivo in tutta la raccolta. Sono proprio i personaggi che fanno da connettori dei sei racconti rispetto alle proprie identità e allo sfondo di riferimento.
Dall’apparente durezza espositiva emergono, invece, le emozioni dense, ma al contempo delicate, da cui traspare la fragilità esistenziale dell’uomo attuale messo di fronte al mutamento, fino a porsi la meta di riappacificarsi con la stessa realtà di cui fa parte, forse con l’ausilio di un “intelligenza altra” da sé, come è evidente nel racconto che dà titolo a tutta la raccolta.
I colpi di scena pervadono la scrittura di ciascun racconto, non in termini distopici bensì di originale attualità e immediatezza, come avviene al giorno d’oggi in cui ogni cambiamento ha un tempo di veloce assimilazione e accomodamento, soprattutto nei confronti dell’innovazione tecnologica.
Si sbaglierebbe chi pensasse che “Pianeti e racconti” sia un libro distopico perché l’autore ha saputo abilmente ricondurre la trasformazione dell’umanità, essendone profondo conoscitore, alle “nuove relazioni” tra uomo e intelligenze del presente progressivo, non perdendo mai di vista il filo conduttore della diversità di gradazioni interpersonali che riflettono il cambiamento suo e degli altri esseri. L’originalità del libro è proprio questa: un contributo letterario da considerare valore aggiunto al mondo umano in divenire.
I significati divengono universali attraverso l’ottima traduzione di Fiori Picco nella nostra lingua, non si perdono né si sfumano, ma assumono per noi, popolazione dalla sensibilità letteraria classica, la necessaria chiave interpretativa per costruire un ponte tra passato e futuro e tra scrittori di diverse regioni del mondo.
Laura Cialè, Roma 2 marzo 2023
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